Arte contemporanea e cultura in Sardegna e nel Mediterraneo


Ziqqurat N°8
Estate 2003


Sommario

Editoriale
di Giannella Demuro

  • Storia. Parola semanticamente ingombrante, usa ad abusi e violenze - dalle semplici omissioni a ben più gravi e collettivi doli, - spesso declinata al passato - concluso, leggibile, a volte, ma non sempre, anche inoffensivo, - certamente ostica al presente imprendibile, amorfa, indecifrabile, - ipotetica e irraggiungibile per quel tempo che, oggi, ancora non è dato conoscere.
    Storia. Una scommessa per gli artisti che scelgono di confrontarsi con essa, accostandosi lungo il sentiero della propria esperienza personale e utilizzando filtri prospettici atipici e non necessariamente ortodossi. Una lettura di certo non esaustiva, capace comunque di cogliere il respiro del tempo, di questo presente così articolato da accogliere in sé anche passato e futuro.
    Storia. Quella di chi è soggiogato dal passato, che non ha scelto ma che da questo è stato. È la Shoah di Christian Boltanski, fantasma doloroso che diventa indivisibile compagno di strada, barriera incancrenita che nega ogni diritto al presente, recuperabile, questo, solo attraverso l’ossessiva e alienata archiviazione delle “piccole memorie”.
    Storia. Quella di un presente violato dalla guerra, agito con lucidità e coscienza sociale. E’ la denuncia ferma e pacata di Maja Bajevic, che legge con sensibilità critica la storia insanguinata della sua gente, proponendone una lettura partecipe e sofferta volta al recupero della memoria di un presente scomodo che si carica di valenze universali. E’ il coinvolgimento attivo di chi non si limita a registrare la storia, ma vuole esserne parte attiva.
    Storia. Di una realtà futuribile, ibridata, donata, manipolata. La genetica dell’immaginario di Salis & Vitangeli apre nuovi orizzonti sui prossimi e possibili scenari di una scienza non più contenuta nell’ambito della pura ricerca scientifica e biotecnologica, ma evoluta al punto da creare un nuovo modello di pensiero.
    Storia. Intima e privata, introiettata nei meandri dell’io, quella di Giulia Sale. Evocazione di una “piccola memoria” che racconta il tempo interiore di una microstoria personale, che si scioglie nei piccoli fatti “insignificanti” di una quotidianità condivisa.
    Storia. Di un breve “viaggio” che accanto alle storie degli artisti citati racconta ancora altre storie, altri percorsi, d’artista o espositivi.
    Storia. Infine, di una grande “piccola memoria” che la Sardegna ha perso ma non dimenticato. Marco Magnani, storico e critico d’arte, colui che - da solo nei primi anni, poi in collaborazione con Giuliana Altea - ha “fatto” la storia dell’arte contemporanea in Sardegna a partire dagli anni Ottanta fino ad oggi, ci ha lasciati questa estate. Ci restano di lui tanti scritti e, soprattutto, la memoria di una grande passione.

 

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